Professione: “motivato”

Da anni, il tema della motivazione personale e del personale, è centrale nelle richieste formative.

La fomazione motivazionale è super gettonata ed è richiesta per invertire una tendenza tipica dell’essere umano: demotivarsi e lentamente .. morire!

Da qui il nascere di nuove e talvolta bizzarre teorie, o addirittura vere e proprie correnti di pensiero volte ad affrontare e risolvere l’annoso problema.

Da qui il nascere di persone che dovendo vendere “felicità” in azienda, girano con il sorriso stampato sulla faccia, slavo poi, discriminare e selezionare sulla base di personali “capricci”, i degni e gli indegni della loro “felicissima” considerazione.

Se li vedi per poche ore vale il detto: “fate quello che dicono, ma non fate quello che fanno”. Il problema nasce quando devi averci a che fare in maniera continuativa.

Forse un giorno, la psicologia spiegherà questo tipo di atteggiameno, nel frattempo gli darei il titolo che merita: CHE SE DEVE FA’, PE’ CAMPA’ (Cosa si deve fare per mangiare).

Per esperienza posso affermare che questo tipo di individuo, è tra le persone più fragili e volubili che si possa incontrare.

Il perosanggio “felice” che interpretano, è una vera e propria maschera che indossano per sopravvivere, ma che con la reatlà ha poco a che fare.

In questo non c’è niente di male se non fosse che l’icoerenza tra la “forma e il contenuto” per chi ricopre un ruolo di resposnabilità, generano forte confusione nei malcapitati che li devono sopportare.

Cosa fare?

  • Smetti di rimuginare e inizia a dare retta alla tua sensazione, che sia confusione, rabbia, frustrazione. La sensazione non mente mai, la mente si.
  • Non farti infulenzare dal ruolo, dai titoli o dalla condizione economica della persona. L’ego si misura sulla base di questi parametri, la tua essenza no.
  • Non attaccare e non difenderti. Se possibile allontanti da tale persona, altrimenti predila per quello che è: un anima bisognosa e confusa, che ha perso la strada.
  • Soprattutto: non sentirti in colpa se non sei sufficientmente motivato e felice da far parte della corte dei super uomini/donne.

Bisogna eccellere anche nell’essere felici! Cioè, oltre a non essere felice secondo lo standard richiesto, ti devi anche sentire in colpa. Certo, perché è “colpa tua”.

Personalmente ritengo che la “formazione” abbia preso una china oltremodo dispendiosa in temini di tempo e denaro, oltre che di pace mentale.

Le persone sono “naturalmente motivate” se ciò che fanno rispetta valori, principi e visione della vita (fattori Motivanti della teoria bifattoriale di Erzbergh), altrimenti non c’è metodo, tecnica o strategia che tenga. Men che meno, girare con il sorriso stampato a mo di paresi facciale.

Inoltre, è fondamentale che nel proprio ruolo, ognuno senta di “avanzare”, “progredire”, “ottenere risultati concreti”. Questa è la più potente leva motivazionale. Se poi si lavora in un ambiente organizzato, etico e allegro, tutto il positivo si amplifica (fattori Igenici della teoria bifattoriale di Erzberg).

Buona vita e buone vendite da Federico

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